La chiave di lettura del famoso dipinto di Dalì “La persistenza della memoria” potrebbe essere l’ossimoro.
La memoria ha una sua “fisicità”, è concreta, continua, mentre il tempo, rappresentato con la metafora visiva degli orologi molli, è informe, si adatta alla condizione psicologica di chi lo vive e alla situazione contingente. Può essere interminabile o rapido come un battito d’ali.
Gli orologi, sempre più precisi e sofisticati, lo misurano, ma non danno concretezza al tempo . Esso rimane fluido, soggettivo, relativo.
In questa fluidità l’unica certezza è la memoria.
Il presente è in continuo divenire, è l’attimo fuggente, il futuro è ancora allo stato di sogno o di progetto, solo il passato è una realtà che ci appartiene.