Ad attivare i sintomi fisici ed i comportamenti evitanti tipici dei soggetti timidi, che sono la via di fuga da una situazione ansiogena, sono i cosiddetti pensieri automatici.

 

Quando un individuo timido, viene a trovarsi in una circostanza che gli provoca apprensione emotiva, la sua mente è percorsa sempre dalle stesse idee, da tipi di considerazioni che si ripetono nel corso della sua vita.

 

Quando una persona timida, nel proprio dialogo interiore, ripete sempre gli stessi pensieri, nel tempo, questi diventano automatici. La sistematicità nella ripetizione delle idee, che vertono puntualmente sulle medesime congetture, genera degli automatismi: i pensieri si ripresentano meccanicamente, istintivamente, quasi inconsciamente; spesso queste persone non ricordano a cosa hanno pensato.

 

Tali idee si sono talmente impresse nella memoria da non essere nemmeno più prevagliate dalla mente, ciò perché il sistema cognitivo economizza su tutte le attività ripetitive, si risparmia di attivare un processo di valutazione per operazioni che sono già state elaborate, per cui pensieri e comportamenti ripetitivi vengono memorizzati come routine.

 

 

Schiele - colui che vede se stesso

Schiele – colui che vede se stesso

Quelli automatici sono pensieri che, essendosi ripetuti sempre in associazione a determinate situazioni sociali, si presentano rapidamente senza alcuna azione di riflessione, ogni qual volta il soggetto timido vive o si appresta a vivere tali circostanze.

 

L’automazione di questo pensare spinge l’individuo a concentrare tutta la propria attenzione sul flusso di idee precostituite e non riesce a mettere in campo delle alternative, la mente resta bloccata sullo stesso binario, un’ingessatura che salta ogni processo logico: non c’è un susseguirsi concatenato e sequenziale di un insieme di pensieri.

L’assoluta mancanza di un processo di analisi razionale è la caratteristica tipica e costante  dei pensieri automatici, perciò i timidi restano indifferenti se l’evidenza dimostra tutta la loro falsità, anzi semplicemente ignorano quell’evidenza.

 

Al soggetto timido, i propri pensieri meccanici appaiono del tutto ragionevoli, giusti, logici: egli è convinto della loro validità e più questi si auto ripetono più si convince della loro giustezza senza mai metterla in dubbio.
In alcuni casi, non sanno spiegarsi il senso o la ragione dei loro pensieri automatici.

 

Il fenomeno costituisce il prevalere di un sistema di credenze che non ha superato le invalidazioni, che pur si presentano con una certa continuità nel corso della vita di un individuo, e che anzi vengono rigettate dall’apparato cognitivo.

 

La caratteristica dei pensieri automatici, nelle persone timide e negli ansiosi sociali in generale, è che sono negativi, orientati sempre alla negazione di proprie capacità o abilità relazionali ed ai giudizi sfavorevoli o ostili degli altri, inoltre utilizzano sempre la stessa modalità nel dare un significato agli eventi.

 

Esempi frequenti di pensieri automatici negativi sono:

 

  • Non piaccio
  • Sono noioso
  • Gli altri non hanno una buona opinione di me
  • Non so cosa dire
  • Non so come comportarmi
  • Sono un incapace
  • Sono un fallito
  • Agli altri sembro ridicolo
  • Gli altri rideranno di me
  • Sono un perdente
  • Sono inferiore agli altri
  • Sono strano
  • Gli altri penseranno che sono stupido
  • Gli altri pensano che sono un idiota
  • Gli altri sono meglio di me
  • Non sono buono a niente
  • Sono inaccettabile
  • Non sono una persona attraente
  • Mi guardano tutti
  • Sono diverso dagli altri
  • Non sono un tipo normale
  • I timidi non piacciono
  • Gli altri mi rifiuteranno
  • In queste situazioni gli altri non fanno come me
  • Si accorgeranno che non sono all’altezza
  • Gli altri stanno sempre a giudicare e criticare
  • Si accorgeranno subito che sono timido e sarò considerato un debole
  • Con gli altri non ci so fare, non mi so inserire
  • Non riuscirò mai

 

L’automaticità di questi pensieri, generalmente, sfugge allo stato cosciente degli individui, non solo ai soggetti timidi, ma a tutte le persone in generale, perché manca l’abitudine a individuarli.

 

In realtà quelli automatici non necessariamente sono pensieri, possono manifestarsi anche come immagini, come sequenze visive tipo una clip, ad esempio, se ho paura degli squali mi immagino la scena in acqua aggredito da uno squalo.

Autore Luigi Zizzari

Questa mia attività, nasce da una profonda curiosità e desiderio di conoscenza dei meandri della mente umana, questa struttura-entità straordinaria che fa dell’uomo un essere unico e affascinante. Mi occupo delle problematiche esistenziali collegate all’ansia sociale e dello studio dei metodi...